Avevo 15 anni e più che per la maglietta fina di Questo piccolo grande amore, trattenevo il respiro, come faccio ancora oggi quando sono emozionata, ascoltando Poster, canzone nella quale un Claudio Baglioni parecchio giovane, occhioni tristi, riccioloni sulle spalle, un po’ bietolone nel complesso, gridava (letteralmente): «Tu che intanto sogni ancora /sogni sempre/sogni di fuggire via/E andare lontano lontano/Andare lontano lontano». Che poi era quello che desideravo fare io davvero. E mi stupivo che un tipo così sapesse interpretare tanto bene quello che non riuscivo a spiegare neppure a me stessa. Continua la lettura di Baglioni, i migranti, Sanremo (e la libertà di dire ciò che si pensa)