Sono sul tram 16, e a una fermata dopo quella di casa mia sale arrancando una signora parecchio anziana. Gli scalini dei tram milanesi sono alti, così le allungo una mano e lei, che è molto ben messa, con un cappellino con un fiocco e un cappottino cammello, mi ringrazia e (ovviamente) attacca bottone.
«C’è chi parla e c’è chi opera» dice il sindaco di Milano Giuliano Pisapia a certi giornalisti che lo rincorrono in Stazione Centrale dicendogli che sì, è vero, non ci sono più migranti all’interno nel mezzanino ma ce ne sono ancora sotto il porticato al piano terreno. E gli contestano “l’immagine” che si dà a chi arriva per l’Expo e si trova davanti “gente che bivacca”.
«C’è chi parla e c’è chi opera e noi stiamo lavorando per ridare dignità a chi l’ha perduta» ripete questo sindaco che mi piace anche perché quando sente sparare cazzate non si trattiene e alza la voce e si vede che vorrebbe dire «ma fate qualcosa anche voi invece di domande senza senso».
Quanta idiota violenza ho visto oggi a Milano. Una violenza stupida, che nulla ha a che fare con la richiesta di giustizia sociale che veniva da chi manifestava.
Mi sono istintivamente simpatici tutti quelli che si dicono “contro”. Contro i potenti, contro quelli che contano, contro i più forti, contro quelli che possono sempre. Perché bisogna avere coraggio a dire no quando gli altri in coro dicono sì.
È stata la foto a colpirmi, ancor più dei numeri che seguivano. Il lancio stamattina dei dati Istat sulla povertà in Italia erano accompagnati dall’immagine di una mendicante che ho incontrato per mesi nel tratto di strada da casa mia alla fermata del bus.