Archivi categoria: Storie

La paura per il coronavirus io la vinco così

Preambolo in tre punti.

Uno. Soffro di insonnia. Da sempre, non solo in epoca di coronavirus.

Due. In gran parte dei miei 40 anni di professione giornalistica mi sono occupata di sciagure. E il coronavirus non mi colpisce più di tanto anche se è il primo virus in cui mi imbatto nel mondo occidentale. Del resto l’altro, inteso di mondo, è pieno non solo di virus, ma di malattie, contagi, fame. Va così e fa decisamente meno notizia.

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Migranti, le parole e i silenzi nell’Abisso di Davide Enia

Assisti a qualcosa di terribile e non trovi le parole per raccontarlo. Guardi quello che sta accadendo e non riesci neppure a pensare. Perché è troppo. E’ troppo.

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Davide Enia, 45 anni, palermitano, è drammaturgo, interprete e regista dello spettacolo L’abisso, accompagnato dalle musiche di Giulio Barocchieri e tratto dal suo romanzo Appunti per un naufragio (Sellerio).

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Liliana Segre: «E’ l’indifferenza la matrice dell’odio che avanza»

«Lei non sa di cosa parla». Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, senatrice a vita, ha risposto così, con una nota dolce e severa insieme, alla domanda su cosa pensasse ogni mattina al risveglio nel campo di concentramento, sapendo di dover affrontare un’altra terribile giornata.

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Agnese Moro e Adriana Faranda: «Il dolore si può portare insieme»

Sul sagrato di San Petronio accanto a piazza Maggiore a Bologna due donne raccontano esperienze di vita che più distanti non potrebbero essere. Ma che un percorso faticoso e doloroso è riuscito ad avvicinare.

Una è Agnese Moro, 67 anni, figlia dello statista della Dc rapito e ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978.

L’altra è Adriana Faranda, 69 anni, ex Brigatista rossa, componente del gruppo armato che pianificò il sequestro. Arrestata nel 1979 Faranda, che si era opposta all’uccisione di Moro, è uscita in libertà condizionale nel 1994.

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Il 3 ottobre, in piazza Duomo a Milano, si ricordano i migranti morti in mare

E’ il 3 ottobre  2013. Al largo di Lampedusa, davanti all’isola dei Conigli, c’è un’imbarcazione carica di migranti, in gran parte somali ed eritrei provenienti dalla Libia. Vogliono segnalare la posizione e per questo incendiano una coperta ma le fiamme si propagano sul ponte. Il barcone si rovescia.  E’ la più grande tragedia dell’immigrazione: 368 i morti.

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