Guardo il filmato che mostra il giornalista siriano Milad Fadel raccontare in diretta tv per Al Jazeera quello che sta accadendo al suo popolo. «Qui ad Aleppo i bambini muoiono di fame» dice Milad.
E poi, quando avevo quasi perso la speranza di ricevere un segnale – un qualsiasi segnale – da quella nave in mezzo al Mediterraneo, mi arriva un messaggio di Alina dalla Aquarius: «Stare in nave e lavorare è difficilissimo, almeno per me. Il bambino di nome Destiné Alex è stato fortunato, la mamma in Libia non ha mai fatto un controllo. Ha già un figlio avuto a 15 anni. Lei ne dimostra 30 almeno ma ne ha solo 21».
Stasera alla Triennale di Milano, all’inaugurazione della mostra fotografica “Sheroes” organizzata da Amnesty International sulle spose bambine in Burkina Faso, c’era anche la mamma di Leila Alaoui, la fotografa franco-marocchina rimasta uccisa negli attacchi del 15 gennaio 2016 a Ouagadougou.
Oggi, 28 aprile, è la giornata mondiale che ricorda le vittime dell’amianto. E a Casale Monferrato hanno deciso.
Là dove sorgeva l’Eternit, la fabbrica che per decenni ha riempito l’aria di quelle fibre sottilissime che provocano il mesotelioma, malattia che non ha mai visto una sola persona guarire, là in un parco che verrà inaugurato il prossimo autunno nasceranno piante di “Davidia involucrata”, detta anche “Albero dei fazzoletti” per i suoi petali bianchi.