Sono andata a fare una passeggiata a Milano. Che non è cosa scontata, anche se in questa città ci vivo. Milano è una città che corre. Corrono tutti, corro anch’io: bus-metro-tram-auto… per arrivare in fretta, per arrivare subito.
Oggi è stato diverso. Sono uscita e in piazza del Duomo sono andata a piedi: volevo vedere (desiderio infantile…) l’albero di Natale.
Ma mentre armeggiavo con il mio telefono, per fare la foto all’abete illuminato, e per questo non guardavo avanti, ho sbattuto contro una camionetta dell’esercito che aveva accanto due militari vestiti con giubbotti antiproiettile e armati di mitra.
Altre camionette (stesso assetto armato) erano in tutti gli angoli della piazza, a sua volta completamente circondata da barriere di cemento, messe lì per proteggere l’area dai tir impazziti che qualche terrorista potrebbe voler lanciare sulla folla.
Mi sono fermata e il disagio grande che cresceva dentro di me mi ha fatto sentire terribilmente stupida. Dai, mi sono detta, è tutto normale. E mi è scappato un mezzo sorriso (amaro).
Ci sono i mitra, i giubbotti antiproiettile, le barriere di cemento, le camionette dell’esercito. E insieme la solita coda per entrare a visitare il Duomo, i turisti che scattano foto anche ai piccioni, i venditori di bacchette per i selfie…
E’ la vita, la nostra vita in questo tempo.
E’ normale. Normale.
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