Migranti, le parole e i silenzi nell’Abisso di Davide Enia

Assisti a qualcosa di terribile e non trovi le parole per raccontarlo. Guardi quello che sta accadendo e non riesci neppure a pensare. Perché è troppo. E’ troppo.

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Davide Enia, 45 anni, palermitano, è drammaturgo, interprete e regista dello spettacolo L’abisso, accompagnato dalle musiche di Giulio Barocchieri e tratto dal suo romanzo Appunti per un naufragio (Sellerio).

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Liliana Segre: «E’ l’indifferenza la matrice dell’odio che avanza»

«Lei non sa di cosa parla». Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, senatrice a vita, ha risposto così, con una nota dolce e severa insieme, alla domanda su cosa pensasse ogni mattina al risveglio nel campo di concentramento, sapendo di dover affrontare un’altra terribile giornata.

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Il nuovo libro di Monica Pais su Mano, il cane che non voleva amare

Era l’8 aprile scorso e nella libreria Hoepli in centro a Milano presentavo Animali come noi (Longanesi), il primo libro di Monica Pais. Per ascoltarla erano accorse centinaia di persone. A un certo punto a loro avevo chiesto: «Quale tra le storie raccontate da Monica vi ha colpito di più?». La risposta, in coro, era stata «Quella di Mano!». Ricordo che io guardavo quella folla, gli occhi di molti si erano riempiti di lacrime, ed ero un po’ disorientata, perché la storia di Mano, che come tutti avevo seguito sui social, nel libro non c’era.

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Agnese Moro e Adriana Faranda: «Il dolore si può portare insieme»

Sul sagrato di San Petronio accanto a piazza Maggiore a Bologna due donne raccontano esperienze di vita che più distanti non potrebbero essere. Ma che un percorso faticoso e doloroso è riuscito ad avvicinare.

Una è Agnese Moro, 67 anni, figlia dello statista della Dc rapito e ucciso dalle Brigate Rosse nel 1978.

L’altra è Adriana Faranda, 69 anni, ex Brigatista rossa, componente del gruppo armato che pianificò il sequestro. Arrestata nel 1979 Faranda, che si era opposta all’uccisione di Moro, è uscita in libertà condizionale nel 1994.

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Il 3 ottobre, in piazza Duomo a Milano, si ricordano i migranti morti in mare

E’ il 3 ottobre  2013. Al largo di Lampedusa, davanti all’isola dei Conigli, c’è un’imbarcazione carica di migranti, in gran parte somali ed eritrei provenienti dalla Libia. Vogliono segnalare la posizione e per questo incendiano una coperta ma le fiamme si propagano sul ponte. Il barcone si rovescia.  E’ la più grande tragedia dell’immigrazione: 368 i morti.

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