Il 6 aprile 2009 un terremoto distruggeva l’Aquila e uccideva 309 persone. Ieri la Corte d’appello ha assolto sei membri della Commissione Grandi rischi che erano stati condannati in primo grado a sei anni di reclusione per omicidio e lesioni colpose. Erano imputati di aver, cinque giorni prima del sisma, in una riunione convocata per valutare la situazione (da tempo la terra tremava in Abruzzo), rassicurato gli aquilani. Commettendo, secondo l’accusa, una “monumentale negligenza”, fornendo informazioni “imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosità dell’attività sismica”. Soprattutto “vanificando le attività di tutela della popolazione”. Che avrebbero potuto salvare delle vite.
C’è un libro, appena uscito, che racconta di guerre lontane, dove per guerre si intendono le violenze in situazioni estreme. Gli stupri di massa in Congo e Ruanda, la condanna a morte dei bambini colpiti dal cancro provocato dalle radiazioni dell’incidente nucleare a Chernobyl, la pulizia etnica a Srebrenica…