Il mondo gira al contrario.
L’ufficio affissioni del Comune di Milano ha negato l’autorizzazione ai manifesti della campagna #Bastasparare promossa dalla Lav, la Lega antivivisezione, per l’abolizione della caccia.
Secondo i funzionari del Comune le foto sui manifesti, che ritraggono animali uccisi dai cacciatori, sarebbero “fortemente evocativi del tema della morte” e quindi non vanno mostrate “a garanzia e tutela di tutti quei cittadini particolarmente sensibili e che scelgono di non prendere parte alla caccia”.
Io sono una cittadina sensibile che ha scelto di non prendere parte alla caccia. E sì, anche per me la foto della volpe morta nell’erba è stata un colpo nello stomaco.
Ma quella foto la difendo, perché bene documenta le conseguenze di chi si diverte a sparare agli animali.
Il mondo gira al contrario.
E la decisione dei funzionari milanesi è paradossale. «Si riconosce che la caccia è un’attività violenta giungendo al punto di censurare i manifesti che ritraggono animali uccisi dai cacciatori per tutelare la sensibilità dei cittadini non cacciatori» commentano alla Lav. «Ma nel concreto si agisce al contrario, impedendo una campagna di affissioni che si pone l’obiettivo di eliminare per sempre la caccia».
Sì, anche per me la foto del cervo ucciso è stata un colpo nello stomaco.
Ma non c’è nulla come quella foto per spiegare l’importanza della campagna #bastasparare.
Sabato 21 e domenica 22 ottobre la Lav sarà nelle piazze italiane per raccogliere firme per una petizione a sostegno di una proposta di legge per l’abolizione della caccia e a difesa degli animali selvatici. Andateci di persona (l’elenco è qui) oppure firmate sul sito della Lav .
Sì, anche per me la foto dell’uccellino impallinato, riverso sulla schiena, è stato un colpo nello stomaco.
Ma aiuta a ricordare che ogni anno quasi mezzo miliardo di animali rischia la vita sotto i colpi dei 650.000 cacciatori italiani che imbracciano i loro fucili esclusivamente per “hobby”. E che la caccia è la principale causa di morte violenta per gli animali, vittime di un “divertimento” umano che qualcuno ha perfino il coraggio di chiamare sport.
Un “divertimento” compreso da sempre meno persone. Secondo i sondaggi, 8 italiani su 10 sono contrari.
Milano non mi farà vedere le foto di #bastasparare. Ma io la petizione la firmo. Perché questa sia l’ultima stagione di caccia.
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Brava Monica Triglia!! Articolo coraggioso.
Basta