migranti inchiesta ong

Migranti, e allora lasciamoli annegare tutti

Proprio sul filo della frontiera il commissario ci fa fermare
su quella barca troppo piena non ci potrà più rimandare
su quella barca troppo piena non ci possiamo ritornare. 

Pane e coraggio ci vogliono ancora  per riparare questi figli 
dalle ondate del buio mare e le figlie dagli sguardi
che dovranno sopportare e le figlie dagli oltraggi
che dovranno sopportare. 


(Ivano Fossati, Pane e coraggio)

***

Questa storia delle accuse alle organizzazioni non governative è così brutta che per un po’ di giorni ho preferito non parlarne.

Però ho letto di tutto.

Navi di soccorso che navigherebbero vicino alle coste della Libia per attirare i migranti. Missioni delle ong che incoraggerebbero i migranti a partire sui gommoni invece che sui pescherecci e sarebbero così la causa dell’aumento di morti in mare. Ong in contatto con i trafficanti di esseri umani e impegnate a sbarcare i migranti in Italia per alimentare il business dell’accoglienza. E poi sospetti sull’impiego dei fondi.

Ora io non sto a riassumere la storia. Un’ottima ricostruzione la fa Internazionale, in un pezzo importante da leggere.

Io vorrei dire solo due cose.

La prima. Ovvio, ma proprio ovvio ovvio e mi chiedo perché occorra sottolinearlo tutte le volte, che se c’è chi lucra su una tragedia che mi ricorda l’olocausto, se c’è chi “fa affari” con gli scafisti per guadagnare soldi sulla pelle delle persone, se c’è chi mal gestisce i centri di accoglienza, è giusto che venga indagato e condannato e paghi per quel che fa o ha fatto.

La seconda. Ovvia come la prima: ma perché tutto il resto?

La stragrande maggioranza delle organizzazioni umanitarie soccorre uomini, donne, bambini che scappano da luoghi e disperazioni che noi non riusciamo a immaginare.

Situazioni nei confronti delle quali l’occidente ha responsabilità enormi. Leggete cosa scrive Maso Notarianni: «Crescono vertiginosamente le autorizzazioni all’export militare italiano: 14,6 miliardi di euro (+85% rispetto al 2015, +452% rispetto al 2014). Armi che vengono vendute a Kuwait, Arabia Saudita, Turchia, Qatar, Usa. Tutti Stati che notoriamente “contribuiscono” alla pace nel mondo. Il minimo che l’Italia e l’Europa, che quanto a produzione di armi non è da meno, dovrebbero fare a fronte di questi spropositati numeri di morte è affittare traghetti per fare la spola tra sud e nord del Mediterraneo, per salvare i civili che le nostre guerre colpiscono».

Ecco, magari una bella denuncia su questo business si potrebbe fare. Magari alzando la voce con la stessa indignazione con cui si commenta l’inchiesta sulle ong. Magari cercando di capire chi trae “guadagno” da questa campagna altrimenti inspiegabile.

Perché, dopo giorni di polemiche, lo stesso procuratore Carmelo Zuccaro, quello che indaga, ha dichiarato non solo di non avere alcuna prova anche solo indiziaria, ma neanche “materiale probatorio utilizzabile giudiziariamente”.

Il Mediterraneo è un immenso cimitero di migranti che sono partiti e non sono mai arrivati.

naufragio-migranti

Le polemiche buttate nel mucchio, che infangano il lavoro coraggioso (e indispensabile) di tanti operatori umanitari, trovano terreno fertile in chi pensa (e chi dice) “Lasciamoli annegare tutti”.

Sono troppi quelli che dimenticano che gli uomini, le donne e i bambini che partono sui barconi non sono uno strumento da campagna elettorale, ma persone da aiutare.

E che potremmo essere tutti al loro posto, se solo non fossimo nati, per buona sorte, da questa parte del mondo.

***

Loris De Filippi, presidente di Medici senza Frontiere, spiega bene la situazione (in un confronto con il leghista Matteo Salvini) nella trasmissione In mezz’ora condotta da Lucia Annunziata su Rai Tre domenica 30 aprile 2017. Potete vedere il filmato cliccando qui.

E in questo intervento che potete seguire cliccando qui.

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