C’è una notizia che oggi rimbalza su tutti i giornali del mondo (davvero!). E’ l’addio a Stubbs, il gatto che per venti anni è stato il sindaco di Talkeetna, comune di meno di 900 abitanti in Alaska.
Ora, la sua storia è una bella storia e tra qualche riga io ve la racconto. Però…
La prima cosa che salta agli occhi è che Stubbs, eletto primo cittadino nel 1998, è diventato sindaco vincendo su un candidato “umano”. Uno di quei politici (quanti ne conosciamo…) che stava sulle scatole alla maggioranza della popolazione del piccolo centro di Talkeetna.
Gente concreta, abituata a una vita spartana che, stufa di votare il “meno peggio” (quante volte succede…) aveva candidato ed eletto quel bel gattone biondo che allora era un gattino ma già aveva dietro di sé un passato da vero eroe.
Le cronache non riportano che fine abbia fatto il candidato-umano. Si sa invece che Stubbs ha governato fino a giovedì scorso, quando si è addormentato nel sonno all’età di 20 anni e tre mesi (almeno così racconta la tv dell’Alaska KTVA-TV).
Ora, a guardare le sue foto, il gatto-sindaco non sembrava avere (almeno secondo me) un’aria particolarmente intelligente e neppure tanto sveglia. Eppure tutti lo raccontano come straordinario.
Abbandonato alla nascita insieme ai suoi fratellini in una scatola davanti a un negozio di Talkeetna, Stubbs era l’unico senza coda. E forse per questo è cresciuto con un carattere forte ed è riuscito nella sua vita ad affrontarne di ogni.
A partire dall’aggressione subita da parte di un grosso cane che tre anni fa lo aveva azzannato. Stubbs era stato dato per morto e la cittadina aveva dichiarato il lutto. Invece il gattone si era ripreso lasciando senza parole gli abitanti di Talkeetna.
Non è tutto: l’anno scorso Stubbs era caduto dentro la friggitrice di un ristorante di pesce e miracolosamente l’aveva scampata. Poco dopo era rimasto intrappolato in un camion della spazzatura, finendo in una discarica fuori città dove era stato salvato dai netturbini.
Per festeggiare gli scampati pericoli, Stubbs amava bere (e mangiare erba gatta) da un bicchiere da margarita.
Insomma, ovvio che il mondo pianga questo meraviglioso micione che è stato pure molto social. Sulla sua pagina twitter si presentava così: «I’m a cat. I was elected Mayor in Alaska. Soon, I will become president», sono un gatto, sono stato eletto sindaco in Alaska e presto diventerò presidente.
E proprio con un tweet ci ha detto addio: «La buona notizia è che sono in paradiso. La cattiva è che anche tutti i cani vanno in paradiso».
Oggi tutti i giornali (giuro!) dedicano articoli di apertura al suo ricordo.
Non solo gli italiani (Corriere, Repubblica…) ma anche The Guardian («Feline sad: cat who was ‘mayor’ of Alaskan town for 20 years dies»).
E il Daily mail, e l’edizione internazionale del South China morning post, e France Soir e l’Express («Stubbs, le chat qui était maire d’une ville d’Alaska, est mort»).
E l’ungherese 24hu («Meghalt Stubbs, a macska, aki 20 éven át volt polgármester Alaszkában»).
E le grandi reti televisive Cbs e Cnn.
Terminato il periodo di lutto, la cittadina di Talkeetna dovrà eleggere un nuovo sindaco.
I quasi 900 abitanti pare stiano discutendo in modo molto acceso sull’opportunità che l’incarico vada a uno dei figli di Stubbs. C’è chi è a favore del micio Denali – di fatto identico a papà Stubbs – e chi invece preferirebbe un gatto di un’altra famiglia, tanto per non far pensare a una monarchia.
Su una cosa sono tutti d’accordo però.
Il sindaco continuerà a essere un gatto e non un umano.
E questa mi sembra la morale migliore con cui chiudere una storia davvero speciale.
Articoli che ti potrebbero interessare