La storia siamo noi, nessuno si senta offeso
Siamo noi questo prato di aghi sotto al cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare.
Questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.
La storia siamo noi.
Siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere.
(Francesco De Gregori, La storia siamo noi)
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Oggi a Casale è stato inaugurato il parco Eternot che sorge nei luoghi dove per troppi anni la fabbrica dell’Eternit ha inquinato la città (nella foto sopra, Romana Blasotti Pavesi, presidente onoraria di Afeva, inaugura “L’aquilone di Romana”).
A Casale si sta attendendo il 27 ottobre: dopo la sentenza della Corte costituzionale, quel giorno riprenderà a Torino l’udienza preliminare del procedimento Eternit bis nel quale la Procura chiede che Stephan Schmidheiny, ultimo proprietario in vita dell’Eternit, sia processato con l’accusa di omicidio volontario.
I lavori per il parco Eternot erano iniziati nel 2010. La sua inaugurazione arriva dopo sei anni, in una giornata che noi di Casale non dimenticheremo.
Il sindaco Titti Palazzetti taglia il nastro.
«Mi chiamo Nicola Pondrano. Qui, dove oggi c’è il parco che inauguriamo, c’era lo stabilimento che mi ha visto entrare ragazzo. Oggi, dopo aver pianto la morte di tanti compagni di lavoro, abbiamo bisogno che questa bella città riprenda a vivere. E poi vogliamo giustizia, finalmente giustizia».
Qui l’intervento postato su youtube dall’Afeva.
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«Mi chiamo Giovanni Cappa, sono il vice presidente di Afeva, l’Associazione familiari vittime dell’amianto, e da tre anni sono malato di mesotelioma».
Qui il suo intervento, postato su youtube dall’Afeva.
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Sorgerà una collina nuova,
là vicino al fiume,
dove bambini giocheranno
e vecchi sosteranno a ricordare
Sorgerà una nuova collina,
e su quella una lapide,
fredda, come tutte le pietre.
Si leggeranno parole di ricordo e di dolore
Non Nomi.
Troppi, non basterebbe una collina
Sorgerà sopra i resti dell’inferno,
là dove colpevoli uomini e impuniti
bruciarono speranza, cuore, tempi
di altri incolpevoli uomini
L’inferno dove la vita di Mario, Giovanni, Michele, Lucia
non contava più dei sacchi di amianto
che svuotavano ogni giorno,
o del muro di polvere
attraverso cui i loro occhi faticarono a riconoscersi
Sorgerà una collina nuova
e dovrebbe avere un nome.
Perché i nomi restano,
parti vive delle idee e delle emozioni
LA COLLINA DELLE DONNE;
la chiamerei:
delle operaie che non son più, di quelle
che non dimenticano,
delle madri, delle mogli, delle figlie e delle sorelle,
di tutte le compagne di vita,
che con cuore straziato e mano ferma,
mai hanno cessato di lanciare nel silenzio,
l’urlo di dolore che non finisce.
Daniela Degiovanni (oncologa, si occupa da sempre di amianto e dei malati di mesotelioma, ed è responsabile dell’Hospice cure palliative e Presidente scientifico di Vitas).
Qui il suo intervento postato su youtube dall’Afeva.
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La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi.
Siamo noi che abbiamo tutto da vincere e tutto da perdere.
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