Ogni tanto succedono cose quasi inspiegabili.
Mi ricordo la notte in cui Alina Perri, ostetrica di Medici senza Frontiere in servizio sulla Aquarius, la nave dell’associazione umanitaria Sos Méditerranée che con l’aiuto del personale medico di Msf si occupa dei migranti che arrivano per mare, mi aveva scritto della nascita di Destiné Alex, che aveva visto la luce alle 17.05 di giovedì 26 maggio.
Se Destiné Alex, mamma e papà del Camerun, avesse deciso di venire al mondo solo qualche ora prima, sarebbe stato partorito su un gommone in mare. E invece…
«Questo bambino aveva una possibilità su un milione di farcela, e l’ha presa» aveva detto il capitano della Aquarius Alex Moroz.
Una bella storia che vi avevo raccontato qui.
Ogni tanto succedono cose quasi inspiegabili.
E lo dico perché stamattina apro il computer e, tra le migliaia di post che scorrono su Facebook, vedo la foto che vedete anche voi in alto a destra. Vedo un bel bambino di neppure cinque mesi in braccio a un signore che si chiama Ferruccio Frigerio: in un articolo molto intenso, che vi invito a leggere cliccando qui, Frigerio racconta come abbia incontrato il piccolo migrante e la sua famiglia in transito a Milano.
Io scrivo ad Alina: «Ma è il bimbo che hai fatto nascere tu? E’ Destiné Alex?». Lei (che ora è a Lesbo, l’isola greca simbolo del dramma dei migranti) mi risponde subito: «Sì cara, è proprio lui. E’ cresciuto, eh…».
Secondo l’Unicef, sono 50 milioni nel mondo i bambini costretti ad abbandonare le loro case.
Di questi, 28 milioni fuggono a causa delle guerre mentre altri milioni si spostano nella speranza di trovare un futuro e una vita più sicura.
Moltissimi quelli che affrontano il mare per raggiungere l’Europa. L’organizzazione internazionale Save the Children ha denunciato che almeno 600 bambini sarebbero morti in naufragi nel Mediterraneo nei primi nove mesi del 2016.
Destiné Alex oggi è ripartito. Alla ricerca, lui che è nato in mare, di un porto sicuro. Di una possibilità di vita.
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