Questa è una storia che mette insieme tantissima passione, un bel po’ di audacia e un pizzico (abbondante) di pazzia. E proprio per questo ve la racconto.
E’ la storia di un “ragazzo” di 56 anni («continuiamo a definirci ragazzi noi che non siamo mai cresciuti davvero» dice ridendo) che di nome fa Davide Indalezio.
Un tipo dall’esistenza solida che vive a Casale Monferrato. Moglie, due figli, una laurea in giurisprudenza, un lavoro (fino a qualche anno fa) nello studio notarile dello zio a Torino, un gruppo musicale con cui ogni tanto fa serate suonando il basso. E un sogno, di quelli che pensi siano destinati a rimanere tali tutta la vita.
Invece no. «Un giorno ho pensato che fosse arrivato il momento». Di far cosa Davide? «Di dedicarmi a qualcosa che mi appassionasse davvero».
Leggere, eccola la sua passione. «Fin da ragazzo. Ricordo ancora il baracchino in via Po a Torino, negli anni dell’Università. Un vecchietto vendeva volumi usati. Li compravo tutti io».
Indalezio ama così tanto i libri «che nel 2010 quasi per scherzo ne ho scritto uno io. Si intitolava “70 mi dà tanto”, era un saggio di costume che aveva come sottotitolo “ricordi di un adolescente di ieri per gli adolescenti di oggi”. Quel libro me lo pubblicò una piccola casa editrice, ma non è stata un’esperienza positiva. Il volume non si trovava, la distribuzione era un incubo… Ricordo di aver pensato: l’editore del mio prossimo libro sarò io».
L’idea non lo ha mai abbandonato. E nel 2014, anno tra i peggiori della crisi dell’editoria, Davide decide: lascia lo studio dello zio e, dopo una breve esperienza in una società di consulenza insieme a un amico, nonostante lo sconcerto del suo commercialista («mi ha dato del matto») apre le Edizioni Della Goccia («perché siamo una goccia nel mare dell’editoria, perché goccia dopo goccia vogliamo far parte di quel mare, perché la goccia scava la pietra e noi vogliamo avere la stessa determinazione»).
La apre da solo. Solo a far tutto «e assolutamente consapevole che andavo a infilarmi in un buco nero».
Inizia con “Non mi svegliare” scritto da una 17enne. «Giada Deregibus, la figlia di un mio amico. Io ero diffidente, ho qualche riserva sulle capacità dei ragazzi di oggi di scrivere in italiano corretto… Invece aveva fatto un buon lavoro. Ok, si pubblica, ho detto. E così è stato».
Da lì parte un’avventura «che continuo a vivere da solo. Faccio tutto io, leggo i manoscritti, li edito, scatto le fotografie e disegno le copertine, tengo i contatti con la tipografia e con un distributore regionale, partecipo alle fiere, organizzo le presentazioni. E per ogni libro che pubblico preparo anche una bottiglia di liquore con l’etichetta corrispondente alla copertina. Poi espongo le bottiglie accanto ai libri».
Funziona? «Funziona essere seri. Far sì che la gente si fidi di quello che tu pubblichi. E conta anche l’apporto dell’autore che, una volta uscito il libro, deve essere disponibile a presentarlo, a firmare le copie, a destinare del tempo alla promozione. Perché quello che serve alle piccole case editrici è il passaparola».
Oggi Davide e le sue Edizioni della Goccia pubblicano narrativa, gialli, noir, qualche saggio, «poesia no perché non me ne intendo». Come scegli i libri? «Mi arrivano dagli autori via mail. Sanno che io non pretendo alcun pagamento. Non faccio pubblicità, chi mi ha come editore la fa per me. Rispondo a tutti quelli che mi scrivono. Anzi no. Non rispondo a quelli che mandano mail vuote, solo con l’allegato e neanche un saluto. No a quelli no, un minimo di presentazione la pretendo».
In catalogo ci sono una trentina di titoli, compreso il suo che – scaduti i diritti con il vecchio editore – ha ripubblicato. Non mancano i premi. “Feuilleton” di Maura Maffei ha ricevuto parecchi riconoscimenti, “La sposa del lago” di Rita Bonfanti è arrivato in finale al premio città di Como.
Tutti i libri si possono ordinare su Amazon, su Mondadoristore, su LaFeltrinelli, nelle librerie o direttamente sul sito delle Edizioni della Goccia. Stanno uscendo anche gli ebook, per chi preferisce leggere sugli ereader. La pagina Facebook è molto cliccata. La rassegna stampa è ricca di articoli.
Se tre anni fa ti avessero chiesto come sarebbe stato tre anni dopo, cosa avresti risposto? «Che mi vedevo vivo, professionalmente parlando è ovvio. Sono soddisfatto: volevo arrivare a pareggiare i conti e ce l’ho fatta, e ora inizio a guadagnare qualcosa». E come ti vedi tra tre anni? «Ancora più vivo. Spero di riuscire a fare di un libro una fiction o la sceneggiatura di un film».
Intanto mi racconta delle vacanze con il computer al seguito «perché staccare non si può mai». Ma a me che gli dico che è un bel sacrificio risponde: «Se fai qualcosa che ti piace accetti i sacrifici. E io non sono mai stato così contento nella mia vita».
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Buongiorno a tutti,
sono un grande appassionato di libri (in particolare biografie e noir) ed ho avuto modo di visitare il sito dell’editore: traspare subito chiarezza su tutti quelli che sono i processi di selezione di un potenziale scrittore e successivi sviluppi del caso l’opera incontri interesse per la pubblicazione. Mi e’ piaciuto molto lo spazio dedicato agli autori, che a mio parere non sono pochi, tenendo presente che la casa editrice opera sul mercato da circa quattro anni.