La guerra del terrore si vince se non si ha paura

Sono sul tram 16, e a una fermata dopo quella di casa mia sale arrancando una signora parecchio anziana. Gli scalini dei tram milanesi sono alti, così le allungo una mano e lei, che è molto ben messa, con un cappellino con un fiocco e un cappottino cammello, mi ringrazia e (ovviamente) attacca bottone.

A me gli anziani fanno tenerezza, soprattutto quelli soli che sono tanti: sui bus e sui tram ti si siedono davanti e si vede che muoiono dalla voglia di scambiare due chiacchiere.

Sono l’altra faccia di una città che corre sempre come se fosse inseguita dal lupo mannaro, spesso troppo indifferente a chi va un po’ più adagio.

«Fa freddo oggi eh cara» mi fa la vecchietta. Ma sì, parliamo del tempo, penso io. E le rispondo: «E’ umido, e dicono che venga ancora più freddo domani. Meglio restare in casa…». Non proprio una conversazione di alto valore intellettuale, ma va bene comunque.

Lei però aggrotta le sopracciglia. «Io in casa davvero no» mi dice con tono secco. E aggiunge: «Lo sa dove sto andando?». E come posso, mi verrebbe da risponderle. E invece «A fare la spesa?» azzardo timidamente.

«No, vado in San Babila, alla manifestazione degli islamici. I musulmani, quelli lì. L’ho sentito al telegiornale. Alle 3 saranno tutti in San Babila per dire che non sono terroristi di quelli di Parigi. Come si dice? Non sono terroristi dell’Isis».

Attimo di panico. Che faccio? Glielo dico che l’altro ieri alle 6 di sera la fermata Duomo della metro è stata evacuata per un allarme bomba? E che ieri alle 19 piazza Duomo è stata bloccata per un pacco sospetto? E che forse una manifestazione islamica in questi giorni non è proprio posto da signora anziana?

L'evacuazione della fermata Duomo della metropolitana a Milano giovedì 19 novembre 2015.
L’evacuazione della fermata Duomo della metropolitana a Milano giovedì 19 novembre 2015.

Lei mi precede. «Sta pensando che siamo in guerra, vero? Glielo leggo in faccia, che è preoccupata. Beh, sì è vero. La guerra c’è. Ma la fanno gli altri. Non la facciano noi, non la faccio io. Io non voglio cadere in questa trappola. Le guerre si fanno in due.

E io non voglio dichiarare guerra a nessuno.

Ieri mi ha telefonato mia figlia: mamma sta in casa, mi ha detto, che Milano è in pericolo.

Ma io non voglio avere paura, e chiusa in casa muoio più che se esplodesse una bomba in San Babila.

Io alla guerra del terrore non ci sto. E in San Babila ci vado. Insieme agli islamici, a quei musulmani lì, che sono per la maggior parte bravissime persone e vanno a dire le stesse cose che penso io, che nessuno di noi vuole la guerra. E se nessuno la vuole, se nessuno si chiude in casa per paura, alla fine questa guerra non ci sarà».

Bruxelles deserta. E' sabato 21 novembre e l'allarme attacco terroristico è ai massimi livelli.
Bruxelles deserta. E’ sabato 21 novembre e l’allarme attacco terroristico è ai massimi livelli.

Io avrei dovuto scendere già da due fermate, invece sono ancora qui, sul tram 16, che la ascolto.

E’ la guerra del terrore, quella che stiamo combattendo.

Delle città chiuse per l’allarme rosso attentati come Bruxelles, degli stadi blindati, dei treni della metro evacuati, dei concerti annullati. Delle nostre vite normali stravolte.

Non so cosa sarà, ma oggi dai, oggi faccio il primo passo.

Io oggi voglio credere che abbia ragione lei, questa vecchia signora di Milano che se ne va a manifestare per la pace insieme ai musulmani.

Contro una guerra che non vuole, che non ha mai dichiarato. Ma che è convinta che si può vincere. Se tutti insieme riusciremo a non avere paura.

 

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