Quel giorno che ho incontrato Fidel

«Hola niña!». E poi una mano sulla spalla. Era il 1991, ero a L’Avana, nella hall di un albergo un po’ cadente. Fuori tirava giù una pioggia violentissima. Mi sono girata ed era Fidel.

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Mi dicono che c’è una gran corsa a prenotare una vacanza a Cuba quest’anno (+ 20% di turismo previsto nell’estate 2015). «Bisogna andarci prima che tutto cambi» conferma Nanni, un mio amico giornalista, che è appena tornato da L’Avana. «Bisogna andarci subito, perché già si respira un’aria diversa dal passato».

Il processo di riavvicinamento tra Usa e Cuba iniziato il 17 dicembre, quando il presidente Obama ha annunciato in tv la fine dell’embargo e la riapertura dell’ambasciata americana nell’isola dopo più di mezzo secolo di tensioni, comincia a dare i suoi frutti? «A Cuba si sta preparando la seconda rivoluzione» mi risponde l’amico giornalista.

E mi sa che è così davvero.

La stretta di mano tra Barack Obama e Raùl Castro
La stretta di mano tra Barack Obama e Raùl Castro

L’11 aprile Barack Obama ha stretto la mano al presidente cubano Raul Castro a Panama nel corso del summit dell’Organizzazione degli Stati Americani.

Nell’isola è appena sbarcato il portale di home sharing Airbnb a caccia di abitazioni da affittare ai turisti.

I magazine stranieri abbondano di copertine dedicate. “Cuba what the U.S. decision means for its future” e “Cuba, what will change when the Americans arrive” titolano due diversi numeri di Time magazine. “Cuba’s new revolution” strilla Newsweek.

Ed è riapparso persino Fidel Castro

dato per morto almeno una mezza dozzina di volte negli ultimi anni.

L'uscita pubblica di Fidel Castro. Erano 14 mesi che non si vedeva.
L’uscita pubblica di Fidel Castro. Erano 14 mesi che non si vedeva.

“Fidel stupisce ancora, torna a uscire” titola Repubblica.it. Erano 14 mesi che non si vedeva. Il sito gli dedica una photogallery tratta dallo storico quotidiano cubano Granma, organo ufficiale del Partito comunista cubano, che lo ritrae di spalle, vestito con una tuta bianca e blu e un cappellino da baseball, mentre stringe le mani a dei turisti venezuelani a L’Avana.

Guardo quelle foto e mi viene da sorridere. Anch’io ho una foto così.

Perché anch’io, un giorno, ho incontrato Fidel.

Era il 1991, ed era davvero tanto tempo fa. Ero a L’Avana con un gruppetto di giornalisti invitati dalla compagnia aerea Cubana de Aviacion che all’epoca aveva aperto un volo da Malpensa con scalo tecnico a Gander, nell’isola di Terranova (!).

Un viaggio abbastanza assurdo, onestamente. Ma io ero felicissima di quell’occasione, mi affascinava tutto: La Bodeguita del Medio, dove erano passati Salvador Allende, Pablo Neruda ed Ernest Hemingway, e dove avevo bevuto il mojito. L’hotel Ambos Mundos, dove l’autore de Il vecchio e il mare aveva soggiornato, e il suo museo e la sua casa. E poi la decadenza piena di fascino (e di tristezza) di quella città mito.

Mi divertiva persino il militare che ci avevano messo alle calcagna quasi fossimo pericolosi reporter-spie a caccia di scoop invece di una combriccola di squinternati curiosissimi. Ricordo che il militare era munito di un radiolone gigantesco con il quale comunicava a chissà chi i nostri movimenti in città. E noi ci divertivamo a seminarlo, anche se un po’ ci dispiaceva metterlo in difficoltà.

Non era facile la vita per la gente di là (e non lo è ancora oggi). Non lo era per i diritti violati, innanzitutto. Non lo era per la gravissima crisi economica dell’isola, peggiorata dopo la caduta dei regimi sovietici. E non lo era anche per tante altre cose: le code separate per prendere il gelato, da una parte i turisti dall’altra i locali; i negozi unicamente per stranieri; il divieto per i cubani di entrare in un hotel o di frequentare la spiaggia attrezzata…

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«Hola niña! De donde eres? Como es su nombre? Que haces aqui?». Era lì in visita ai partecipanti a un congresso medico sulle malattie della vista. Forse mi ha scambiato per una di loro. Me lo ricordo altissimo (del resto era il Líder máximo) e mi ricordo di aver pensato: «Questo è l’amico del Che», un mito per noi ragazzi degli anni Sessanta che avevamo il poster di Che Guevara appeso in stanza.

E Fidel era un pezzo di storia che, quel giorno, in quell’albergo cadente, mi sono trovata di fronte all’improvviso (da qui il sorriso ebete che vedete nella foto, che sono convinta mi perdonerete…).

(l’articolo di questa pagina è stato pubblicato il 4 aprile 2015)

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Fidel Castro incontra Papa Francesco. E' il 20 settembre 2015
Fidel Castro incontra Papa Francesco. E’ il 20 settembre 2015

 

Fidel Castro, 90 anni

Il 13 agosto 2016 Fidel Castro è riapparso in pubblico per il suo compleanno. Ha festeggiato i 90 anni. Il filmato è qui.

Fidel Castro è morto il 25 novembre 2016. La notizia è stata data dal fratello Raul in un filmato trasmesso dalla tv cubana.

 

 

 

4 commenti su “Quel giorno che ho incontrato Fidel”

  1. Monica, altro che ebete: sei bellissima in questa foto!
    Sei così giovane e così emozionata.
    E ci avrei giurato che guardavi lui e pensavi al Che (io ce l’ho ancora, attaccato al frigo. Non ho più la cameretta).
    Cuba la conosco bene, purtroppo senza esserci mai stata. L’ho respirata dentro i racconti dei miei amici cubani. Ti abbraccio.

    1. Vacci Giovanna e vacci subito!
      (hai visto che sono riuscita a sistemare il blog? Wow, sono troppo contenta!)

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