Il rosticcere sotto casa, quello che mi salva quando il frigo è vuoto e mi guarda con tenerezza quando addito le carote e gli chiedo cosa sono, inforca le coste bollite e mi dice nel suo milanese madrelingua: «A mi el me pias no, mi a soo minga Prandelli, che po’ anche lu…, ma Balotelli no! No no no!». Io lo guardo con un filo d’ansia impugnare il forchettone come fosse un macete. Lui scuote la testa. E dice, e sembra un singhiozzo: «Questo no».
Sono le otto di sera e su Milano il cielo è nero per un temporale che così violento non ne ho visti mai, e nel bar dove ora ho trovato riparo urlano tutti contro tutti, e tutti contro Balotelli (e dai, sempre lui), e contro i tuoni «segno dell’ira di Dio contro l’arbitro»(!), e contro Suarez l’uruguayano che ha morso (morso!) Chiellini l’italiano. Il barista si tiene la faccia tra le mani: «Questo no» mi dice.
Già, questo no. Dove questo sta per l’Italia che ha perso con l’Uruguay, l’Italia che è fuori dai mondiali.
È passato meno di un quarto d’ora dalla fine della partita e c’è nell’aria una sofferenza collettiva così intensa che quasi la sento addosso…
Torno a casa e accendo la tv: Giovanni Floris apre Ballarò con la notizia delle dimissioni di Prandelli, breaking news, e Maurizio Crozza non riesce a farmi ridere come sempre. Sulle reti sportive i commenti sono da apocalisse, mi fanno l’effetto orribile dei fischi ai concorrenti della Corrida di Corrado, una trasmissione di tanti anni fa che mandava allo sbaraglio dei poveri dilettanti… Sui siti di informazioni piovono analisi sulle analogie tra Nazionale e Nazione e tra Prandelli e Renzi, e l’ansia da catastrofe (consumata e – di conseguenza – imminente) è aggravata dall’allarmante constatazione che a 100 minuti dal fischio finale i calciatori italiani sono ancora chiusi negli spogliatoi a eccezione di Balotelli che da un’ora li sta aspettando, tutto solo, sull’autobus della squadra.
Nemmeno dai social arriva conforto: su Facebook e su Twitter circola la prima pagina del Daily Mail, che riporta la gigantografia dei segni dei denti di Suarez sulla spalla di Chiellini, e non è davvero un bel vedere in questi minuti di straordinaria (ma anche molto divertente) infelicità.
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